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Nascita del comune di Mercato S. Severino

Il Decreto di scioglimento dell’antico “Stato” di S. Severino del 26 gennaio 1810 merita un adeguato approfondimento sia perché inedito sia per la sua importanza, per cui se ne riportano ampi stralci.
Il Decreto venne emesso da Gioacchino Napoleone e in particolare dalla prima divisione del ministero dell’Interno, su rapporto di quest’ultimo e in base alla legge del dicembre 1806.
Secondo l’articolo uno del Decreto:

«I seguenti casali compresi nell’antico Stato di Sanseverino in Principato Citeriore, formeranno d’oggi innanzi due Comuni distintamente Amministrati, l’uno dei quali avrà per capoluogo Fisciano ve ne faranno parte i casali di Penta, Calvanico, Lancusi, Gaiano, Settefico, Carpineto, Villa, Pizzolano, Canfora, e Piazza di Pandola.
Il capoluogo dell’altro sarà Mercato e comprenderà i casali di Santangelo, Pandola, Acigliano, Monticelli, S. Vincenzo, S. Martino, Carifi, Costarella Castelluccio, Fimiani, Lanzara, S. Felice, S. Eustachio, Piazza del Galdo, Sant’Angelo, Curtori, Oscato, Spiano, ed Acquarola, come altresì quella parte di territorio che divide i casali di Castelluccio, Fimiani e Lanzara da quella di S. Eustachio e che sin da oggi ha fatto parte del Comune di Roccapiemonte».

Manca dall’elenco dei casali il quartiere di Acquamela, che probabilmente era stato distaccato in seguito ad un precedente atto, inoltre Calvanico, che con i suoi casali costituiva un quartiere a sé, nella divisione in questione viene incorporato nel comune di Fisciano.
Per quanto concerne la situazione di Mercato, a parte un errore di trascrizione, dove il casale S. Angelo appare due volte tra i casali del nascente comune di Mercato, dall'elenco si rileva l'incameramento di Acquarola, che era feudo a sé, mentre rispetto all’assetto odierno manca Ciorani, ma del territorio comunale facevano invece parte Castelluccio, Lanzara e Fimiani.
L’articolo due è il più delicato poiché trattava della «divisione delle Rendite e dei pesi», un argomento che, come risulta dal contenuto dell’articolo, viene demandato al giudizio dell’Intendente.

«I rispettivi Decurionati in seguito della direzione e della istruzione dell’Intendente si combineranno sulla divisione delle Rendite e dei pesi e il consiglio d’Intendenza pronuncerà in caso di disparere».
L’articolo tre ci consente di conoscere il destino del quartiere di Acquamela:

«I Casali di Caprecano, Fusara, Sava, Antessano, Acquarola, Aiello, finora appartenenti allo «Stato» di S. Severino, come pure il casale di Casalbarone dipendente dal Comune di Salerno, resteranno aggregati a quello di Baronissi».

L’articolo, tuttavia, contiene un errore evidente là dove in luogo di Acquamela il legislatore annota il nome di «Acquarola». Dunque Baronissi, che con Saragnano sin dal 1741 aveva costituito una Università a sé, viene ad acquisire col decreto del 1810 anche i territori del quartiere di Acquamela.
L’articolo quattro, poi, determina un ulteriore assetto del territorio con il trasferimento del casale Pennini dal comune di Baronissi a quello di Salerno3.

3 Archivio di Stato di Salerno, Fondo Intendenza, b. 2341.

 Nascita del comune di Mercato S. Severino
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