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Lo “Stato" feudale di Sanseverino e il suo terri


Il 26 gennaio 1810 è una data cruciale per la storia di Mercato S. Severino. Infatti in quell’anno con decreto di Gioacchino Napoleone l’antico “Stato” feudale di S. Severino venne definitivamente sciolto.
L’evento è di una importanza fondamentale per la fondazione del nostro Comune, e pertanto merita un minimo di approfondimento. In premessa si fornisce un quadro sintetico della consistenza dello “Stato” feudale di S. Severino e del suo destino dopo il tramonto dei Sanseverino.
Il 1551, anno della fuga del principe Ferrante Sanseverino in Francia alla ricerca di un esercito da opporre al viceré Alvarez de Toledo con il quale era entrato in conflitto, segnò, dopo circa cinque secoli, l’epilogo di una delle più potenti famiglie del sud Italia: appunto i Sanseverino.
Alla fine del 1553 il luogotenente della camera della Sommaria vendeva le terre di Ferrante: un territorio ampissimo che portò nelle casse della Tesoriera statale 91.431 ducati, «che rappresentavano solamente una parte del reale patrimonio dei Sanseverino» .
La sola Mercato con i suoi casali venne venduta nel 1556 da Filippo II al principe don Ferrante Gonzaga per 4.400 ducati. Dal contenuto dell’atto, relativo ad una successiva transazione, avvenuta nel 1583, a vantaggio di don Ferrante Carafa, duca di Nocera, apprendiamo che la Terra di S. Severino comprendeva:

«i casali nominati Calvanico, Carpeneto, Villa, Pizzolano, Barbuti, Fisciano, Penta, Orignano, Bayano, Migliano, Sava, Caprecano, Antessano, Pandola, Acigliano, Piazza del Galdo, S. Angelo, Marcello, Carato, Spiano, Curti, Monticello, [...] casa e Curtuli, et altri casali habitati, et inhabitati, castello, fortaleze et feudi, subfeudi» .

All’epoca della pubblicazione del Catasto onciario (1754) lo “Stato” di S. Severino era diviso in quattro quartieri: Calvanico, Penta, Acquamela e Mercato. Quest’ultimo comprendeva i seguenti casali:

«Lanzara, Castelluccio, Fimiani, S.Eustachio, S. Felice, Piazza del Galdo, Piro, S. Angelo, Carratù, Marcella, Carifi, Torello, S. Vincenzo, Priscoli, Lombardi, Capocasale, Curteri, Monticelli, Spiano, Oscato, Corticelle, Mercato, Pandola, Acigliano, Costarella, Torello di San Giorgio» .

Sciolto l’antico “Stato” di S. Severino, con decreto del 26 gennaio 1810, l’assetto definitivo dell’attuale Comune si ebbe con la legge del 1° maggio 1816 in virtù della quale i casali di Lanzara, Castelluccio e Fimiani furono aggregati a Castel S. Giorgio, in cambio al Comune di S. Severino fu annesso nell’anno successivo Ciorani, che apparteneva a Bracigliano.
Nel 1810, intanto, era entrato a far parte del territorio del comune di Mercato S. Severino anche Acquarola, baronia autonoma fino all’abolizione definitiva del feudalesimo.
Dell’aggregazione del casale di Torello al comune di Castel S. Giorgio non si è trovata notizia; probabilmente il passaggio avvenne contemporaneamente a quello dei casali di Lanzara, Castelluccio e Fimiani .

2 G. Rescigno, La famiglia meridionale trasmissione parentale, società, lavoro nell’età moderna. Il quartiere Mercato dello “stato” di S. Severino, Gutenberg, Lancusi 1996, pp. 99-101.

Lo “Stato" feudale di Sanseverino e il suo terri
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